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Io e il

Maggiociondolo

Il regalo della Natura

Cacti
L'Artista
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Claudio Frigeni, nasce a Boltiere (BG) il 18/02/1950, vive attualmente in un suo "ritiro" tra i boschi sulle colline di Pontida. Di origini contadine, in una cascina in compagnia di una sorella, in quanto gemello; Ultimi di una famiglia di otto figli. In età adolescenziale le giornate in cascina trascorrevano in modo costruttivo: giochi e giocattoli erano fatti di materia semplicità con l’utilizzo della materia che il bosco ci regalava.

Il legno è sempre stato il migliore, il più bel regalo che la natura gli ha messo in mano. Il permesso di utilizzare falcetti e coltellini da parte dei genitori ha fatto sì che, sia pure, in età giovanile prendesse sempre più dimestichezza con utensili affilati.

Il continuo giocare con questi attrezzi affilati, non ha fatto altro che acuire la passione per l’intaglio, che però doveva tenere a freno per responsabilità di studio. A vent’anni si iscrive alla Scuola Professionale in via Paleocopa di Bergamo e si diploma nel ’70 come Disegnatore Meccanico. Professione che svolge solamente per un biennio.

 

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Non era una professione che lo soddisfaceva a pieno: dentro di sé nutriva la passione di stare in mezzo alla gente, davanti al suo “pubblico”: ha preferito vivere le giornate come se fosse sul palcoscenico di un teatro con un continuo tour over di pubblico… e quale miglior ambiente se non un bar? Gli anni successivi lo vedranno sul “palcoscenico” per più 35 anni, fino alla pensione.

Durante questo periodo la passione che animava le sue mani si era insinuata nei meandri più profondi della sua mente e del suo corpo avvertendo che quello che dalle sue mani scaturiva era nutrimento della sua mente.

Il Maggiociondolo

Il maggiociondolo (Laburnum anagyroides Medik.1787) è un piccolo albero caducifoglio (alto dai 4 ai 6 metri), appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Ha portamento arbustivo, la corteccia è liscia, con rami espansi verdi scuri e ramoscelli penduli e pubescenti. Le foglie (composte da tre foglioline) hanno un lungo picciolo, glabre superiormente e pelose inferiormente. I fiori sono di colore giallo oro, molto profumati, sono raggruppati in lunghi racemi penduli (fino a 25 cm) e fioriscono tipicamente in maggio.

I frutti sono legumi dai numerosi semi neri contenenti citisina (un alcaloide), estremamente velenosi (per l'uomo, ma anche per capre e cavalli) specie se immaturi. Alcuni animali selvatici tuttavia (come lepri, conigli e cervi) se ne possono cibare senza problemi, e per questo in alcune regioni è ritenuta una pianta magica.

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«Chissà se hanno fame.
Chissà se si dimenticherebbero di me
Se tirassi i chiavistelli e mi scostassi diventando albero.
C'è il laburno, con i suoi biondi colonnati,
E le gonnelle del ciliegio.»
-Giovanni Pascoli-
Il legno è duro e pesante, di colore giallo/bruno, ottimo per pali, lavori al tornio e come combustibile. In passato - ma anche oggi nelle rievocazioni storiche - era utilizzato come ottimo legno per la costruzione degli archi.
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La pianta del maggiociondolo è presente come pianta autoctona nelle aree temperate di tutto il mondo. In Italia è presente soprattutto dagli 800 metri di altitudine ed oltre. 
Le piante, in quanto ad arbusto, vengono potate e, i loro rami verranno utilizzati per creare le magnifiche creazioni di Claudio Frigeni.
Le potature vengono effettuate soprattutto sulle propaggini delle Prealpi Orobiche.
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Nel momento in cui la pianta viene potata, la magia prende vita: gli arbusti, futuri bastoni, vengono subito scortecciati, da freschi.
La corteccia è di colore verde e lascia la pasta lignea al suo interno bianca e molto liscia.
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La corteccia, come i suoi fiori sono velenosi, possono apparire somiglianti ai fiori dell'acacia (tranquillamente commestibili), in realtà sono fiori diversi sia per forma che per colore.
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A questo punto si può ammirare la grande magia della natura: il legno è composto da una parte bianca, l'ALBURNO, la parte più esterna.
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La parte più interna invece, appare molto più scura e molto dura, chiamata DURAME. La particolarità di questo legno consiste nel cambiamento di colore che avviene ogni due anni. Ogni biennio infatti, l'anello dell'anno in corso da bianco si colora di scuro, incrementando così il diametro complessivo dell'arbusto.
In questo modo l'ALBURNO manterrà sempre lo stesso diametro malgrado l'avanzare degli anni: una caratteristica perfetta per il lavoro d'intaglio.
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Il lavoro d'intaglio verrà eseguito con un Cutter (la taglierina), dopo aver disegnato il bastone, con matite o pennarelli a punta fine. I disegni saranno estemporanei che nasceranno dalla creatività e dalla fantasia dell'artista.
Dopodichè verrà eseguita la tecnica dell'intaglio, con grande passione e costanza, togliendo truciolo per truciolo...
 
Il risultato finale sarà un bastone dai due colori: il fondo sarà scuro (dato dal durame) e il bassorilievo chiaro (dato dall'alburno). Il prodotto finale non sarà NE' COLORATO e le parti più chiare NON SONO APPLICATE, ma derivate dal lavoro di scultura A MANO.
In base alla forma del bastone e dal punto di potatura, il bastone potrà essere un monossilo: l'impugnatura verrà ricavata dalla biforcazione dei due rami, rispetto al tronco; oppure potranno essere applicate delle corna di cervo, derivanti dai palchi di cervi che perdono ogni primavera.
Ogni bastone, in base al grado di lavorazione, verrà poi arricchito da una bolinatura, mediante una fresa elettrica, e verrà successivamente verniciato con vernice TRASPARENTE NEUTRO per la preservazione da corpi esterni o insetti.
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"Ogni creazione concorre alla composizione di un "libro"... di infinite pagine;
Ogni bastone, una pagina di quel "libro"..."
-Claudio Frigeni-
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